ANIME FERITE
Témenos di armonia interiore e co-creazione
Témenos di armonia interiore e co-creazione
Una breve introduzione alle principali metodologie che utilizziamo, utile per avere un’idea sul contenuto del supporto fornito alle persone. Allo stesso tempo non eccessivamente ricco di dettagli affinché non diventi materia di speculazione mentale. Il lavoro principale viene infatti svolto a livello energetico vibrazionale e un’attivazione eccessiva della mente e della razionalità può essere un ostacolo alla libera circolazione delle proprie energie.
L’incontro tra la persona e il trainer olistico, che sia di persona oppure online, presuppone che ci sia un colloquio, almeno iniziale. In alcune parti della seduta si potrà invece passare ad altre tecniche, ma il colloquio rimane l’elemento centrale.
L’importanza del colloquio è maggiore all’inizio dell’affiancamento. Il primo incontro per esempio è interamente basato sul colloquio e in questo caso il compito del professionista è soprattutto quello di ascoltare. Ascoltare in modo attivo, con una attenzione che non è puntata solo sui contenuti del racconto ma anche sulla comprensione del significato profondo degli avvenimenti/situazioni in cui l’interlocutore si sente invischiato.
Nel colloquio il professionista mette in campo alcune “abilità” che ha appreso nel corso della sua formazione, quali l’ascolto empatico, la riformulazione, il decentramento cognitivo, la gestione dell’impasse, lo spiazzamento cognitivo, lo spaesamento, … Tutti aspetti che non è necessario approfondire in queste pagine, per i motivi prima esposti. Il richiamo a queste tecniche ha il solo obiettivo di essere consapevoli che si sta lavorando insieme con un criterio, con un metodo e con degli strumenti. In ogni momento.
Il metamodello è il modello del modello di comportamento (ovvero la spiegazione di come funziona il modello di comportamento di una terza persona). Il concetto di meta modello è l’essenza della PNL.
Il metamodello si basa sulla constatazione che nel nostro modo di parlare non viene sempre utilizzata la frase nella sua forma logica completa, ossia nella forma che rappresenta tutto quello che pensiamo o abbiamo percepito, bensì quella che viene chiamata struttura superficiale. La struttura superficiale è una forma modificata di quella che sarebbe la frase completa. La modificazione più rilevante è la cancellazione, ovvero l’omissione di parti della frase completa. Altri tipi di modifiche sono le distorsioni e le generalizzazioni.
La figura mostra in modo schematico il processo di formazione della frase superficiale. All’origine di tutto c’è il nostro contatto con il mondo esterno e l’assunzione di informazioni attraverso i nostri sensi. Queste informazioni vengono lavorate dal nostro sistema di modellamento, ovvero il modo nel quale ri-organizziamo e classifichiamo le sensazioni. Dal punto di vista linguistico generiamo a questo punto una nostra descrizione della realtà così come l’abbiamo vissuta con i sensi. Descrizione linguistica che passa poi per un sistema di filtri costituito dalla nostra “mappa del mondo”. Essa non è altro che il modo nel quale interpretiamo il mondo intorno a noi (famiglia, ambiente di lavoro, società…), un filtro che genera delle percezioni (non rappresentate in figura) e che dal punto di vista linguistico ci induce a modificare la struttura completa della frase operando delle cancellazioni (cioè diamo qualcosa per scontato o lo eliminiamo), delle generalizzazioni (ovvero applichiamo a un insieme più ampio delle qualità che appartengono a un solo oggetto/individuo) e delle distorsioni (in sintesi: interpretazioni forzate, spesso non veritiere).
Tutto ciò premesso, la tecnica del metamodello consiste nel recuperare le cancellazioni, scardinare le generalizzazioni e individuare le distorsioni. Come ? Semplicemente facendo delle domande, in un modo specifico per ogni tipologia di cancellazione/generalizzazione/distorsione. Con questa tecnica il professionista può aiutare la persona a recuperare la Rappresentazione Profonda della propria esperienza sensoriale primaria dalla quale trarrà una più ampia capacità di scegliere il comportamento più utile e desiderato e, cosa di fondamentale importanza, avvierà un processo di cambiamento interno che renderà più ricco il suo Modello del Mondo, apprendendo nuovi e più utili approcci alla soluzione dei suoi problemi.
I chakra sono molto importanti per acquisire le energie vitali necessarie a supportare sia il funzionamento del corpo fisico, che per il nostro benessere olistico. Per maggiori informazioni consultare la pagina L’essere olistico.
Per il ri-equilibrio dei chakra sono utilizzabili un gran numero di tecniche ma alla base di tutto c’è l’individuazione delle disfunzioni dei chakra. Per farlo utilizziamo un insieme di strumenti, in sintesi:
Avendo individuato i chakra bisognosi di riequilibrio potranno poi essere individuate azioni specifiche con una serie di strumenti in grado di intervenire sulle energie sottili. Alcuni di questi strumenti potranno essere utilizzati nel corso degli incontri (p.e. visualizzazioni guidate), mentre altri potranno essere applicati nella vita quotidiana (p.e. aromaterapia, fiori di Bach, ecc.).
La consapevolezza sullo stato di funzionamento dei propri chakra è senz’altro l’informazione più preziosa, sia perché è la stessa consapevolezza che mette in moto alcuni meccanismi di riequilibrio, sia perché fornisce la direzione nella quale andare.
I Centri Energetici Spirituali sono una serie di chakra superiori, situati al di fuori del corpo e al di fuori del continuum spazio-temporale. Ciascuno di essi è collegato a un archetipo, una caratteristica di personalità nel suo stato ideale. Ogni individuo è in rapporto a ogni CES in modo evolutivo. Le esperienze di vita accumulate determinano un certo grado di sviluppo e determinate disfunzioni relative a ogni CES, rimosse le quali si può procedere in modo più spedito in direzione della propria autorealizzazione. Per maggiori dettagli sui CES consultare la pagina L’essere olistico.
Lavorare sui CES implica anzitutto conoscerne il grado di evoluzione, verifica che può essere effettuata prima di iniziare il lavoro di evoluzione. Tra i diversi metodi di lavoro con i CES sono inclusi:
La visualizzazione guidata è un intervento mente-corpo attraverso il quale un professionista delle relazioni di aiuto guida una persona nell’evocare e generare immagini mentali che simulano o ri-creano la percezione sensoriale di immagini, suoni, sapori, odori, movimenti, e immagini associate al tocco, come consistenza, temperatura e pressione, percezione che può scatenare forti emozioni o sentimenti anche in assenza degli stimoli ai quali sono sensibili i recettori sensoriali correlati (…)
Questa è (quasi per intero) la definizione di visualizzazione di Wikipedia, che trovo molto ben costruita. La visualizzazione è una tecnica in grado sia di addestrare la mente all’esecuzione di movimenti coordinati, sia per stimolare cambiamenti emozionali e nel modo di giudicare sé stessi e il mondo intorno a noi. Il nostro utilizzo delle visualizzazioni guidate include:
Le visualizzazioni sono in genere un’integrazione a un lavoro svolto con altri strumenti. Le più adatte alla persona vengono scelte sulla base di un esame preliminare della situazione (p.e. quali chakra hanno bisogno di energia, su quali CES ha bisogno di progredire la persona, quali progetti debbono essere rinforzati, ecc.)
L’autostima è importantissima per raggiungere i traguardi desiderati. Quando è scarsa procediamo con il freno a mano tirato, rinunciamo, abbiamo dei ripensamenti, non riusciamo a portare a compimento le nostre aspirazioni. Anzi, la bassa autostima influenza anche la formazione di aspirazioni e la scelta dei desideri, soprattutto quando ci neghiamo in partenza qualcosa perché pensiamo di non meritarcela oppure che non riusciremo mai a realizzarla.
La bassa autostima è composta da giudizi negativi di sé. I giudizi negativi sono in genere molto simili tra un individuo e un altro, come “non valgo nulla“, “non mi merito nulla“, “sono cattivo/a“, “non sono degno di essere amoto/a“, “sono incapace/impotente“, e così via.
I giudizi negativi sovraccaricano il terzo piano aurico e impediscono la corretta diffusione dell’onda creativa a quel livello (leggi per dettagli la pagina l’onda creativa). Se sono molti provocano inoltre un effetto di compressione sul secondo piano aurico, il che equivale a dire che le emozioni non circolano più nel modo giusto, vengono trattenute e bloccate.
Il lavoro svolto con il supporto del trainer olistico è fondato sull’individuazione dei giudizi, sul loro ri-accoppiamento con le emozioni associate, e poi sul ridimensionamento dei giudizi negativi. Nella fase di ridimensionamento viene stimolata una maggiore accettazione e un maggiore amore verso sé stessi.
Dal punto di vista pratico questo percorso integra colloqui con tecniche energetiche (p.e. lavoro su specifici chakra o specifici CES).
Un percorso completo implica di solito 12 sessioni di lavoro, ad intervallo almeno settimanale.
Nella pagina “l’odio di sé” viene definito cos’è un blocco emotivo, come si crea e come a partire da esso ci troviamo a reagire in modo emotivo e/o irrazionale a tutte quelle situazioni che il nostro inconscio ritiene uguali a quella che ha “installato” il blocco emotivo.
Purtroppo gran parte dei blocchi emotivi sono destinati a rinforzarsi nel tempo, con il risultato che ci troviamo ingabbiati in schemi di reazione che non riusciamo a gestire. A volte ci riusciamo ma a prezzo di un grande sforzo di contenimento, con il risultato che creiamo masse bioplasmiche di contenuti emozionali che rimangono intrappolate nel nostro sistema energetico causando a loro volta ristagni e guai anche a livello fisico.
Questo succede perché ogni volta che la reazione emozionale / irrazionale si verifica rinforziamo la credenza negativa “questo succede sempre a me“, andando a rinforzare la ferita originaria.
Occorre cambiare il meccanismo di reazione, andando a interromperlo (ma non a reprimerlo!) all’avvio della reazione emozionale, con una tecnica energetica in dieci passi, solo alcuni dei quali da realizzare durante lo stimolo. Un modo di reagire che deve essere appreso e allenato. Alla base di tutto c’è l’assunzione di responsabilità, ossia riconoscere “Houston, c’è un problema...” (…). La parte finale del lavoro consiste nel costruire un ego positivo adulto che possa riempire il vuoto del nucleo di coscienza infantile non evoluta via via dissipato dopo un certo periodo di corretta applicazione della strategia.
Per realizzare bene la strategia di ingaggio della reazione emozionale è utile avere alleati: il/la proprio/a partner per esempio, o altre persone adulte con le quali si prova un sentimento di vicinanza. Ma possiamo procedere anche da soli. Se la strategia è applicata nel modo giusto, dovremo anche accettare di tornare per un attimo a provare il dolore della ferita originaria, arrivando però a diverse conclusioni rispetto a quelle della reazione emozionale. Ossia sostituire a “questo succede sempre a me“, un più sano “non potevo fare di meglio“, riferito al sé stesso/a bambino/a nel momento in cui provò il dolore.
La Programmazione Neuro-Linguistica (PNL) è stata introdotta da John Grinder, professore di linguistica, e da Richard Bandler, studente di matematica e d’informatica, nonché ex-allievo di Grinder.
Diverse metodologie della PNL si prefiggono lo scopo di migliorare la qualità della vita delle persone attraverso interventi correttivi sul modo di processare le informazioni provenienti dai sensi.
Il metamodello, esposto nella parte iniziale di questa pagina, è una tecnica di PNL. Tra le altre tecniche più utili al fine di ampliare le possibilità di scelta percepite dalla persona possiamo citare:
oltre a varie altre possibilità come modellare comportamenti efficaci, percepirsi pieni di risorse mentali, re-incorniciare eventi negativi in modo da trasformarli in esperienze/opportunità di apprendimento.